A tutte e tutti voi: Docenti, Dirigenti Scolastici ed Educatori

Non amo la retorica dell’esaltazione dei momenti di difficoltà come occasione ideale per migliorare o cambiare, la vita mi ha insegnato il contrario. Si migliora e si va avanti più velocemente quando migliori sono le condizioni in cui si vive, si lavora, si impara; quando puoi attingere a molte risorse o strumenti, o quando puoi usufruire al massimo della collaborazione, condivisione e complicità delle persone che hai attorno, i colleghi e le colleghe, i compagni di viaggio o di studio. Non sempre si può avere tutto questo…anzi, quasi mai, ma volte basta avere almeno una o parte di queste condizioni per darci la possibilità di migliorare, andare avanti, inventare o scoprire cose nuove con profitto ed entusiasmo.

Non è così quando si vivono difficoltà, grandi difficoltà, che tolgono a tutte e a tutti qualcosa senza fare sconti: le abitudini di vita, il luogo in cui si lavora, il luogo in cui si vive parte importante ed irrinunciabile dei propri rapporti e ruoli sociali e umani, il lavoro stesso e il reddito che ne deriva, la possibilità di spostarsi liberamente, ma anche la salute e persino la vita. Questo è ciò che è accaduto lo scorso anno scolastico e incombe sul nuovo.

Dall’inizio della pandemia “resistere” è quello che ha fatto il mondo della Scuola, quello che ha fatto gran parte di voi nel tentativo di mantenere in vita l’istituzione scolastica, per garantire forme di continuità didattica per i vostri alunni, per non abbandonarli, per tenere unita la vostra comunità scolastica…lo avete fatto come è stato realisticamente possibile, vivendo una condizione fino ad ora impensabile e di cui nessuno aveva mai avuto esperienza. Il lockdown ponendo termine alla “scuola in presenza”, ha interrotto assieme alle quotidiane attività scolastiche anche i percorsi, i progetti e le attività, in gran parte già avviate e realizzate nella loro parte in aula, che dovevano essere il mio lavoro e quello degli altri educatori con cui si realizzano le proposte di questo catalogo.

Anche io con l’aiuto di alcuni di loro, come molte e molti di voi sanno, ho cercato di fare la mia parte senza chiedere e avere nulla in cambio. Ho condiviso materiali e video lezioni, ho partecipato come ho potuto alla vostra “didattica a distanza”, ho aperto un canale YouTube, non ho voluto tirarmi fuori, sento di appartenere al mondo della scuola e per me lavorare con bambini e ragazzi, accompagnarli a scoprire la Natura e i suoi segreti, insegnare a rispettarla e difenderla sono ragioni di vita, non posso rinunciarvi. Per questo posso dire con certezza di conoscere il prezzo che tutte e tutti voi avete pagato, la mole di lavoro in più, la frustrazione e il dolore di non poter vedere e vivere i vostri alunni e soprattutto di non poter aiutare e sostenere sufficientemente quelli che vivono la scuola con più difficoltà, quelli che non hanno mezzi, strumenti, o adeguate condizioni per poter anche solo studiare a casa come gli altri…altro che scuola a distanza.

La pandemia ha tolto a tutti qualcosa e non è ancora finita, ma a quello che ha tolto ai “nostri “(permettetemelo, li sento anche un po’ miei i vostri alunni) bambini e ragazzi forse non tutti riescono a pensare. La fatica si recupera, le frustrazioni passano come anche le delusioni e lo sconforto, si può recuperare anche il lavoro e si può tornare a garantirsi un reddito con pazienza, tenacia e determinazione…ma c’è una cosa che non potrà tornare mai, mai più: IL TEMPO!

Nessuno potrà restituire il tempo ai vostri/nostri alunni, il tempo della crescita, della formazione, della condivisione della socializzazione che un anno scolastico regala loro, nessuno potrà restituire le esperienze mancate, non vissute, interrotte o sospese a metà, molte di quelle cose che assieme alla trasmissione delle conoscenze fanno davvero la scuola.

Ho avuto modo, abbiamo avuto modo, di pensare a lungo sul come rendere adeguato il nostro lavoro alla “scuola nel tempo del Covid”, di sperimentare nuovi strumenti, nuovi modi, nuovi linguaggi. Ho cercato di immaginare quali aspetti, temi, attività proporre per renderli adeguati a quanto, volenti o nolenti, dovremo vivere e affrontare ancora questo anno scolastico. Ho cercato di costruire percorsi e attività da proporre per tentare di recuperare o compensare quanto lo scorso anno ha tolto agli alunni, al loro bagaglio di esperienze e allo sviluppo delle loro capacità. Cercherò di spiegarlo nelle prossime due pagine, ma lo potrò fare ancora meglio a voce quando con molti di voi ci incontreremo nelle prossime settimane, o se vorrete contattarmi ai recapiti indicati.

La scuola deve riaprire perché senza scuola non c’è futuro…non possiamo sottrarci dall’attraversare la tempesta che ancora scuote noi e il Mondo, la dobbiamo attraversare comunque vada, ma dobbiamo prenderci per mano e farlo assieme, senza lasciare indietro nessuno, dando ognuno quello che può dare e facendo la nostra parte…noi ci saremo!

                                                                                                                                             Roberto Travaglini

 

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